Giovedì 16 giugno la nostra cantina ha ospitato una degustazione dedicata alla stampa intitolata Le Morette 6.12.18.
Abbiamo invitato a sedersi attorno allo stesso tavolo diversi esperti del settore vitivinicolo, giornalisti enogastronomici tra i più autorevoli in Italia ed opinion leader. 18 degustatori per esaminare 12 vini bianchi provenienti da 6 zone enologiche diverse, con l’obiettivo di riflettere sulla varietà, la longevità e la mineralità.
Un percorso tra Italia ed Europa che ha visto confrontare Lugana a Fiano di Avellino DOCG, Verdicchio di Jesi, Pinot Bianco Alto Adige, Gruner Veltliner e Chablis. Tutti proposti in un’annata recente (2014 o 2015) e in un’annata precedente, 2010 o vicina.
Se nei vini giovani le differenze erano poco marcate e dominava l’immediatezza del frutto, si deve al fattore tempo il merito di sottolineare carattere e differenze tra le tipologie, facendo emergere le peculiarità dei terroir e delle varietà.
Una comparazione nella quale il Lugana ha dimostrato di essere particolarmente fragrante e piacevole tra i vini d’annata e al tempo stesso quello di maggior freschezza a quasi sei anni dalla vendemmia, con un potenziale di evoluzione ancora tutto da esprimere.
“Si tratta solo in apparenza di un paradosso – commenta Fabio Zenato – perché qui sta proprio il valore del Lugana e una delle ragioni del suo successo: fragranza di profumi floreali e fruttati, tanta freschezza e beva facile in annata; dopo qualche anno rivela sentori evoluti di erbe aromatiche e balsamiche, croccantezza floreale e frutta candita, per esprimere in bocca la sua decisa mineralità”.
Lugana, un vino interessante in gioventù, quanto dopo qualche anno. Tanto da suggerire una domanda: meglio berlo subito o attendere? In entrambi i casi il Lugana ha dimostrato di essere uno tra i più grandi vini bianchi.