Una verticale di Lugana Le Morette ha dimostrato la capacità di adattamento della Turbiana ai cambiamenti climatici
Mettere a confronto le nostre uve con i cambiamenti climatici degli ultimi trent’anni, questa la sfida che abbiamo lanciato con una degustazione alla cieca di 10 Lugana Le Morette, per capire come i cambiamenti climatici agiscano e intervengono nel prodotto finale, il vino.
Il risultato ha celebrato le potenzialità della varietà Turbiana, un’uva autoctona del nostro territorio che sta alla base del Lugana DOC. Un risultato sorprendente da ricondurre a due motivazioni principali:
- i caratteri intrinseci della varietà Turbiana. Un’uva selezionata in loco, proprio grazie al nostro lavoro vivaistico, e quindi più integra dal punto di vista genetico, consentendo una migliore capacità di adattamento al territorio anche in annate climaticamente estreme. La Turbiana inoltre è una vite longeva e il vigneto più vecchio, con un apparato radicale più esteso, è notoriamente meno vulnerabile;
- la capacità del viticoltore di adattarsi alla stagione intervenendo con attente scelte agronomiche capaci di contrastare i fenomeni climatici. La modulazione del diradamento fogliare o l’uso dell’irrigazione a goccia ad esempio sono due degli accorgimenti che consentono di gestire al meglio le stagioni con i picchi termici.
Il macrofenomeno del cambiamento climatico è quindi gestibile nella misura in cui si possa contare su varietà che supportano bene queste fasi assecondandole e il viticoltore stesso abbia l’abilità di coniugare capacità e competenze frutto dell’esperienza, in grado di interpretare al meglio i vari aspetti riducendone così l’impatto sulla pianta. “Ancor di più oggi – conclude Fabio Zenato – dobbiamo lavorare al delicato equilibrio tra territorio, vite e uomo, unica strada per una viticoltura autentica, di qualità, all’insegna della sostenibilità”.